Archeologia in Liguria : SAVONA

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MONUMENTI FUNERARI VIA JULIA AUGUSTA - ALBENGA (SV)

La Via Julia Augusta, collegava la Pianura Padana con la Gallia e la Spagna, attraverso un itinerario costiero, fu fatta costruire, tra il 13 e il 12 a.C., dall'imperatore Augusto. Uno dei tratti più suggestivi e meglio conservati dell'antica Via Iulia Augusta è costituito dal percorso stradale tra le antiche chiese di San Martino ad Albenga e la chiesa di Santa Croce ad Alassio. Lungo il tracciato si trovano i ruderi dell'anfiteatro romano e di alcuni monumenti funerari di età romana imperiale, databili al I sec. d.C.: una serie di tombe monumentali destinate a contenere sepolture, appartenenti probabilmente a gruppi familiari o a corporazioni.

COMPLESSO ARCHEOLOGICO SAN CALOCERO - ALBENGA (SV)

E’ situato alle pendici settentrionali del Monte di San Martino, all'esterno della città murata di Albenga, in corrispondenza di un 'area che ha restituito preesistenze di età romana imperiale. Costituito dai resti di un insediamento funerario tardo antico, su cui si impiantò la chiesa martiriale, con destinazione principale al culto delle reliquie, soprattutto quelle attribuite a San Calocero, decapitato ad Albenga (inizi del II e del IV secolo d.C.).

COMPLESSO ARCHEOLOGICO S. CLEMENTE - ALBENGA (SV)

Ad Albenga, nel pieno alveo del fiume Centa, è visibile il sito archeologico di San Clemente. Qui, nella suburbio dell’antica città romana di Albingaunum, sorgevano le antiche terme romane (I secolo d.C.). Nel 2001, durante i lavori di allargamento dell’alveo del fiume è riaffiorato un complesso paleocristiano con la chiesa medievale di San Clemente eretta, sembra nel corso del XIII secolo, sui ruderi di un luogo di culto paleocristiano.

GROTTE PREISTORICHE DI TOIRANO -TOIRANO (SV)

Si tratta di  un complesso di grotte straordinarie sia dal punto di vista naturalistico che storico. Le grotte sono ricche di stalattiti e stalagmiti che creano spettacolari decorazioni nella roccia e custodiscono tra le più antiche tracce di insediamenti preistorici (a partire da 300.000 anni fa) umani e non solo. Le grotte di Toirano offrivano, per la loro conformazione naturale, un ottimo riparo invernale, e sono state utilizzate per millenni dagli orsi delle caverne, prima dell’arrivo dell’uomo. Questo fatto si traduce nella particolarità che rende note queste grotte come il "cimitero degli orsi": qui infatti sono state ritrovate innumerevoli ossa appartenenti a questa specie. Le principali grotte sono la Grotta della Bàsura, la Grotta di Santa Lucia e la grotta del Colombo.

GROTTA PREISTORICA DELLE ARENE CANDIDE - FINALE LIGURE (SV)

Una duna di sabbia silicea bianca, le "Arene Candide", ha dato il nome alla ampia caverna che si apre a circa 90 metri al di sopra del livello attuale del mare. All’interno di questa grotta sono stati rinvenuti reperti che testimoniano la presenza dell’uomo tra il periodo paleolitico superiore e l’età bizantina. Nel periodo paleolitico la cavità è stata luogo di diverse e importanti sepolture, tra le quali ricordiamo quella di un giovane cacciatore vissuto 28.000 anni fa, che a seguito dei moltissimi oggetti e ricchi ornamenti ritrovati, gli è stato attribuito l’appellativo di giovane principe”. Non mancano reperti artistici, tra cui si annoverano ciottoli dipinti e incisioni sulla roccia, che sono state attribuite al tardo paleolitico. A quello stesso periodo appartiene una vasta necropoli che conserva i resti di adulti e bambini, probabilmente gli ultimi esemplari di cacciatori-raccoglitori.

GROTTA PREISTORICA ARMA DELLA MANIE - FINALE LIGURE (SV)

L’Arma delle Mànie è uno dei siti archeologici preistorici del Finalese tra i più suggestivi. La grande volta in pietra, ben visibile da lontano sull’Altopiano delle Mànie, racchiude una sequenza di strati archeologici che documentano la frequentazione umana tra il Paleolitico e il Neolitico. In particolare sono molto rilevanti i livelli riferibili al Paleolitico medio quando la caverna era utilizzata dall'Uomo di Neanderthal . Studi recenti dimostrano che i Neandertaliani che vissero nell’Arma delle Mànie praticarono anche la caccia all’orso bruno e all’orso delle caverne.

PONTI ROMANI DELLA AL PONCI - FINALE LIGURE (SV)

Si tratta di 5 ponti romani tra Verzi e Magnone. Qui passava la Via Julia Augusta, principale strada di collegamento per le Gallie realizzata da Augusto tra il 13° e il 12° secolo a.C. Rispetto al tracciato costiero, quello del Val Ponci rappresentava forse una “bretella” più rapida della Via Julia Augusta, che permetteva di evitare i centri urbani intermedi e gli ostacoli naturali come Capo Noli. Il primo ponte che si incontra è il Ponte delle Fate splendido esempio di opera ingegneristica romana. Il secondo ponte chiamato Ponte sordo conserva solo le rampe di accesso. Proseguendo si arriva al Ponte Muto, di cui si conservano l’arcata e le rampe di accesso. Siegue il  Ponte dell’Acqua  ed, infine, si arriva a ciò che resta del Ponte Magnone.

AREA ARCHEOLOGICA CHIESA SAN PARAGORIO - NOLI (SV)

La Chiesa di San Paragorio si trova a ponente del contro storico di Noli. L’impianto originario risale all’XI secolo. Lungo il fianco sud-occidentale della chiesa è visibile l’area archeologica. Reperti di una necropoli sono stati scoperti negli scavi effettuati dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri, sotto la direzione di Nino Lamboglia, nel 1972.

PONTI ROMANI DELLA VAL QUAZZOLA - QUILIANO (SV)

Una serie di ponti che si sviluppano nella valle del torrente Quazzola, e che risalgono al I°-II° secolo d.C.  Cicerone , nel suo epistolario , citava questa valle come un percorso “difficillimum ad iter faciendum”. Si parla di circa 6/7 ponti e due sono ancora oggi utilizzati. Il meglio conservato è quello che si trova in località Ricchini .

AREA ARCHEOLOGICA COMPLESSODEL PRIAMAR - SAVONA (SV)

Il complesso monumentale del Priamàr sorge su un promontorio, caratterizzandosi per una posizione strategica per il controllo dell’alto Tirreno e dello sbocco a mare delle valli comprese tra Capo Vado e Capo Torre, presso Albisola. Questa favorevole posizione venne sfruttata già dalla tribù dei Liguri Sabazi che, tra l’età del Bronzo e l’età del Ferro, vi eressero il proprio oppidum (testimoniato da tracce di capanne) e intrattennero rapporti commerciali con gli Etruschi ed i Greci di Marsiglia e la Magna Grecia. All’interno della fortezza (eretta a partire dal 1542 dalla Repubblica di Genova) si trova il “Civico Museo Archeologico e della Città”. Sono ancora visibili i resti del sepolcreto di età tardoantica (IV-VI secolo d.C.). Nell’area erano presenti anche capanne in pegno, relative sia all’insediamento protostorico, sia a quello altomedioevale: di esse rimangono visibili le buche scavate per l’inserimento dei pali lignei.

VILLA ROMANNA DI LEGINO - SAVONA (SV)

La villa di età romana è stata rinvenuta nel quartiere savonese di Legino. Si tratta di una dimora rustico-produttiva, databile tra il I° e il III° secolo d.C. Dagli scavi sono emersi vani destinati alla lavorazione e alla trasformazione di prodotti agricoli con chiari segni di attività legate alla produzione del vino e altri vani catalogabili ad uso abitativo con eleganti pavimentazioni a mosaico e pareti dipinte. Restano visibili solo alcuni ambienti tra cui un vano a pianta quadrangolare dotato di una pavimentazione in mosaico in tessere bianche profilato da cornici in tessere nere.

VILLA ROMANA DI ALBA DOCILIA - ALBISOLA SUPERIORE (SV)

Si tratta di una dimora residenziale e insieme una grande azienda agricola, avente una superficie di circa 10.000 metri quadrati. L’edificio, oltre che ad abitazione, era destinato anche ad uso agricolo con apposite stanze e vani per tale scopo. Gli appartamenti destinati ad uso privato della famiglia erano molto probabilmente abbelliti da pavimenti con decorazione musiva e soffitti affrescati. Con molta probabilità di trattava anche di una villa mansio (fattoria e stazione di posta), prossima alla direttrice stradale litoranea di collegamento tra Genova e Vado Ligure in corrispondenza dell’antico abitato di Alba Docilia.

COMPLESSO RUPESTRE MONTE BEIGUA– VARAZZE/SASSELLO (SV)

Inserito nel vastissimo territorio del "Parco Naturale Regionale del Monte Beigua", le condizioni favorevoli del territorio e del clima hanno favorito l'instaurarsi di insediamenti umani sino dalla preistoria già dal Paleolitico, ma soprattutto dal Neolitico.  Sul monte Beigua sono molto frequenti le incisioni rupestri e le coppelle, spesso associate e di varie dimensioni. Alcune di esse sono incorniciate da una serie di segni rettilinei incisi, una sorte di raggi, che richiamerebbero il sole, altre, connesse a canalette, dovrebbero essere la rappresentazione di un rito che prevedeva l'utilizzo di liquidi. L'area del Sassello ha restituito asce ricavate dalle rocce durissime di pietra verde, tipica del Monte Beigua.